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CAPITOLO 1 – COME UN’ECLISSI
Usagi: “Dite che verrà veramente?” Chiese una delle tre ragazze.
Natsumi: “Certo che verrà! Non ho il minimo dubbio al riguardo!” Esclamò con ferrea convinzione la seconda.
Michiko: “Uuugh… mi fanno male le gambe… Non ne posso più di stare piegata sulle ginocchia…” Si lamentò la terza, e aggiunse “Per quanto ancora dobbiamo rimanere nascoste dietro la porta dell’aula?”
Natsumi: “Sssh!! Michiko!!” La zittì “Non vorrai farti sentire?! ricorda che siamo in incognito…” Le ricordò parlando con un filo di voce.
Michiko: “Ma perchè devo stare proprio io al posto più basso?? Usagi, facciamo a cambio di posto!!” Chiese sbuffando.
Usagi: “Michiko!! Ssssh!!” Aggiunse anche lei.
All’improvvisò la suoneria del cellulare di Michiko fece sussultare le tre ragazze.
– Ninini ni ni… Charlie Brow e Snoopy show!! Ninini nii nini… –
Usagi: “Aaaagh!!” Fece sussultando “Mi ha fatto prendere un colpo!!” esclamò visibilmente irritata.
Michiko: “Scusatemi… ho scordato di mettere il cellulare in modalità silenziosa… eheeh!” ridacchiava dispiaciuta.
Natsumi: “Charlie Brow e Snoopy Show?! Ma che razza di suoneria hai?!” Chiese sottovoce fissandola con uno sguardo incredulo.
Michiko: “E dai, è simpatica… Guarda il mio sfondo!” Disse mostrando lo schermo dello smartphone su cui era impostata un’immagine di Snoopy mentre saltella “Non è adorabile??” Chiese arrossendo.
Natsumi: “Tra poco dovrebbe essere qui…” Disse ignorando l’amica.
Usagi:”Bene…” Aggiunse ignorando anche lei il commento della ragazza.
Michiko: “Ehi… Mi state ignorando…?” Chiese sbuffando.
Terminate le lezioni le tre compagne di scuola si erano appostate dietro la porta scorrevole della loro sezione, intente a osservare con grande curiosità lo svolgersi degli avvenimenti. Il loro sguardo era esclusivamente riservato alla vecchia bacheca in legno appesa nel corridoio che, a quell’ora del giorno, era appena visibile, illuminata appena dalla debole luce che attraversava con disinvoltura gli spessi vetri delle finestra, permettendo di leggere qua e là i vari moduli appesi. Si trattava di una bacheca riservata agli studenti su cui venivano affissi i risulati scolastici dei vari compiti in classe, i moduli di iscrizio ai vari club dell’istituto, annunci, richieste e molto altro ancora. C’era, però, qualcosa di insolito che distingueva quella bacheca da quella di qualsiasi altro istituto… Non era un’eccezione legata ad una sola bacheca, questa in particolare. Piuttosto, potremmo dire che fosse qualcosa che la collegava ad una persona. non si trattava sempre di quella bacheca in particolare. la bacheca che possedeva questa caratteristica cambiava di volta in volta, di istituto in istituto, di luogo in luogo. Questo era possibile solo perchè tutto questo era legato “Lei”… Già… Lei… Si trattava proprio di lei… Tutto era collegato a lei… Quel qualcosa di unico che si trovava sulla bacheca, era collegato a lei… La persona che stavano aspettando le tre compagne di scuola, era proprio lei… Si trattava sempre di lei…
Lei che attirava l’attenzione di tutti…
-Tap… Tap… Tap…-
Lei che entrava nella tua vita solo per il tempo di breve ricordo e, così come era venuta, così se ne andava…
-Tap… Tap… Tap…-
Lei che senza fare nulla perchè ciò avvenisse, riusciva a far si che il mondo di tutti girasse inesorabilmente intorno al suo, che diventava il centro di tutto, ma solo per quel breve spazio in cui faceva parte della loro vita…
-Tap… Tap… Tap…-
Lei… che proprio in quel momento, avanzava passo dopo passo lungo il corridoio…
Usagi: “E’… E’ Lei??” Chiese sottovoce vedendo una figura in lontananza che si stava avvicinando.
Natsumi: “E’ veramente lei!!” Rispose all’amica. Non stava più nella pelle. Non riusciva a credere che ciò stava avvenendo proprio davanti ai suoi occhi. Che le voci che riguardavano la ragazza stessero davvero prendendo vita in quell’istante, proprio di fronte a lei.
Michiko: “E’ venuta davvero…” Disse la ragazza che la osservava con le palpebre calate a metà e l’espressione di che non è ancora convinto. “Ma saranno vere le voci su di lei…?” Aggiunse sospirando.
Natsumi estrasse dalla cartella lo smartphone con la cover nera e con un portachiavi attaccato da cui pendeva un tenero coniglietto che ciondolava a destra e a sinistra. Con un click aprì l’applicazione Notes e lesse gli appunti riguardanti la ragazza che stavano osservando mandati da una sua vecchia compagna di scuola che aveva cambiato istituto e che era stata compagna di classe di lei prima di Natsumi.
Natsumi: “Azuki Haruka… Ragazza modello, studentessa eccellente. Ha i voti migliori di tutto l’istituto, ha sempre ricoperto il ruolo di rappresentante di classe, e si è sempre distinta per il suo impeccabile comportamento. Si trasferisce spesso da un istituto all’altro ed essenso una studentessa di alto livello i vari istituti non hanno mai sentenziato contro questo suo modo di agire proprio per poter avere la possibiltà di ospitare nella loro scuola un’alunna di così alto livello. Gira voce che il motivo per cui continui a trasferirsi da un istituto all’altro sia quello di sfatare i racconti esagerati di cui viene a conoscenza…”
Era esattamente così che stavano le cose. Se c’era una cosa che Azuki Haruka non poteva sopportare erano proprio le menzogne. Dentro di se si portava dietro una ferita che sembrava essere incurabile, inguaribile, infinita. Sebbene fossero passati molti anni sembrava non riuscire a dimenticare quei tristi episodi che l’avevano segnata. Non facevano altro che rieccheggiare nella sua mente. Scuola dopo scuola, continuava inesorabile a smaschera una menzogna dietro l’altra, senza darsi pace. Fino a quel giorno aveva collezionato ben novantotto vittorie sui casi di cui si era occupata. E ogni volta, l’interesse degli studenti si focalizzava su di lei. Il mondo di ognuno cominciava ad essere risucchiato dal suo. Come una calamità attirava la loro curiosità senza neanche volerlo. Proprio a motivo di questa si era guadagnata l’appellativo di…
Natsumi: “… “La Disperdi Menzogne”… !” Lesse dagli appunti la ragazza.
Michiko: “La disperdi menzogne??” Domandò incuriosita. La’mica continuò a leggere negli appunti.
Natsumi:” Corre voce che Azuki Haruka non solo si occupì di portare a galla la verità nei casi che le interessino, ma che accetti anche richieste da parte degli studenti che siano legati a casi di bugie o cose simili…”
Azuki in quel momento stava camminando lungo il corridoio. Illuminato dalla fioca luce che entrava con prepotenza dalle finestre del corridoio, quel luogo dedito allo studio e alla formazione degli studenti stava cambiando scenario. il lungo corridoio che portava alla bacheca degli studenti si trasformava mattonella dopo mattonella in un sentiero che porta alla verità più luminosa e fulgida. I Passi della ragazza, leggeri ma carichi di coraggio, eccheggiavano per la scuola, come il suono della verità che si propagava ovunque lei camminava. la luce che entrava dalle finestre illuminava il suo eroico cammino.
Natsumi: “… Gli studenti spesso lasciano le loro richieste nella bacheca della scuola riservata a loro…”
l’unicità di quella bacheca. L’unicità che di volta in volta distingueva la bacheca che faceva parte dell’istituto che frequentava lei. Una busta da lettera appesa su quella bacheca che conteneva la richiesta di qualcuno.
Natsumi: “… Si tratta di una lettera indirizzata ad Azuki… Sul fronte della lettera vi viene scritto chiaramente il suo nome, mentre sul retro si può notare un disegno, un marchio che la contraddistingue… ”
Usagi: “Un marchio? ” chiese con un filo di voce mentre ascoltava la compagna di scuola leggere gli appunti. “Ora che mi ci fai pensare credo di averlo notato… C’era come un sole o qualcosa di simile coperto da qualcosa…” Cercò di ricordare.
Natsumi annuì e continuò a leggere: ” … Si tratta di una eclissi solare… al bordo destro in basso alla lettere viene raffigurato un sole in fase di eclissi, ovvero, coperto dalla luna… Questo, a detta della ragazza, rappresenta un flebile e debole tentativo di oscurare la verità. Tentativo che si mostra inutile e passeggero. Può anche durare per un pò, ma è inevitabile che passi lasciando il posto alla verità. Proprio come una bugia… Proprio come un’eclissi…”
Michiko: “Ma succedono veramente cose come queste nella realtà?” Domandò la ragazza.
Natsumi: “La luna viene fissata con un gancio dall’interno della busta in modo che si possa far slittare da destra verso sinistra. Quando la richiesta viene lasciata ad Azuki Haruka la luna viene lasciata in posizione centrale, lasciando intravedere solo uno spicchio del sole che rimane dietro.” Conitnuò a leggere “Quando Azuki Haruka riesce a svelare il mistero legato dietro al caso sposta con l’indice la luna al centro esatto, in modo che copra completamente il sole disegnato sulla lettera.”
Anche nell’istituo precedente le cose erano andate così. Azuki prese la lettera. La lesse. Accettò l’incarico. Scoprì la verita. Riprese in mano la lettera che custodiva nella sua tasca e che portava sempre con sè. La voltò. Stese l’indice poggiandone dolcemente la punta sulla luna che si trovava quasi al centro. spostandola di appena qualche millimetro la luna coprì definitivamente il sole dando luogo ad una vera e prorpia eclissi solare e , accennando un sorriso esclamò: “Si è fatto buoi… E’ ora di portare un pò di luce in questa storia…”
Natsumi: “… Quando invece il caso è terminato lascia di nuovo la lettera in bacheca con un messaggio per la persona che le ha affidato il caso, lasciando la luna posizionata all’altremo sinistro, proprio come avviene alla fine di una eclissi…”
Anche nell’istituto precedente le cose erano andate così. E anche quella volta, dopo aver risolto il caso… Dopo aver portato a galla la verità… Dopo aver spostato la luna a sinistra… Le parole di Azuki Haruka furono le stesse… “La verità è ineclissabile. Disperditi… Menzogna…”
I lunghi capelli di Azuki neri corvini ondeggiavano ad ogni spasso, confondendosi con il buio che aleggiavava intorno al corridoio. I suoi occhi chiari nascondevano il colore della verità, velati da un passato che li faceva risplendere ogni volta che risolveva uno dei suoi casi.
Ormai era ad un passo dalla bacheca. Le tre ragazze nascoste con scaltrezza dietro alla porta dell’aula la osservavano con attenzione. tutto ad un tratto la ragazza sembrò scomparire in un instante verso il basso…
Michiko: “E’… E’… E’ scomparsa!!!” esclamò con un filo di voce, sconvolta da quello a cui aveva appena assistito.
In realtà… a causa di una mattonella del pavimento incrinata e un pò rialzata la ragazza era inciampata, cadendo velocemnete sul pavimento. Al buoi l’impressione che avevano avuto era che fosse realmente scomparsa nel nulla…
Usagi: “… E’ solo caduta… ” Disse mentre una simbolica goccia scendeva accando alla sua fronte accompagnando il suo sgurado inebedito dalla situazione.
Michiko: ” Si sta rialzando!” Osservò l’amica.
Rialzata la ragazza si ritrovò davanti alla bacheca. Si trattava di una bacheca di legno. A giudicare dalle riparazioni che aveva subito e dalle scheggiature che riportava doveva avere diversi anni, forse si trovava lì sin dall’apertura dell’istituto. Non c’era alcuna traccia di polvere e affissi ad essa c’erano numerosi fogli, indice del fatto che quella vecchia bacheca non era caduta in disuso. Scorreva con lo sguardo i vari moduli, gli annunci e tutti ciò che vi si trovava affisso fino a notare qualcosa che catturò immediatamente la sua attenzione. la solita lettera. Lo stesso tipo di lettera che trovava ogni volta in ogni bacheca dei vari instituti che aveva frequentato. Non era molto che si era trasferita li, ma la sua fama la aveva già preceduta. il caso che la aveva attirata in questa scuola riguardava alcune voci di corridoio secondo cui uno studente avesse pubblicato una storia che quasi uscita dal nuovo fosse diventata uno dei best seller più amati tra i giovani di quell’età, ma che avesse sottratto la storia al vero autore spacciandola per propria. Una volta arrivata in questa scuola la ragazza non ci mise molto per far chiarezza sulla questione e far emergere i fatti per com’erano veramente, ma prima di trasferirsi voleva verificare se non ci fossero altre faccende di cui occuparsi e su cui far luce. Ed ecco ancora una volta una lettera indirizzata a lei. Indirizzata alla ragazza conosciuta con il nome di “Disperdi menzogne”. Azuki Haruka, la nemica numero uno della falsità.
Afferrò la lettera con cura usando la mano destra, rimuovendo con la sinistra la cimice che la teneva affissa. Dopo aver letto il suo nome nell’ubicazione del destinatario la voltò scorgendo quel disegno che veniva raffigurato su ogni busta. Un sole. Una Luna. Un’eclissi che stava per avere inizio. Un’eclissi che sarebbe durata pochi istanti. Un’eclissi che avrebbe portato via con sè l’oscura menzogna che stava per smascherare lasciando il passo ad una fulgida verità.
Usagi: “Stai filmando tutto, Michiko??” Chiese la ragazza mentre, con lo sguardo fisso su Azuki, non si perdeva un attimo di quell’avvenimento.
Michiko: “Ooop… Ho fatto una foto invece del video…” Ammise l’amica.
Usagi: “Michiko!! Ma vuoi svegliarti!! E’ la nostra unica occasione… Dobbiamo documentare tutto!” Le mise fretta.
Michiko: “Con la poca luce che c’è non è che si veda tanto bene…” Osservò lei.
Usagi: “Natsumi, le note che ti ha inviato Chiwara dicono altro?” Domandò mentre continuava ad osservare imperterrita.
Natsumi: “…..” Natsumi non le diede nessuna risposta. Si era come bloccata, qualcosa la teneva come in pungo. Il suo viso sembrava quasi sconvolto.
Usagi: ” Natsumi? che c’è?” Domandò ancora “Cos’hai? Hai letto qualcosa di preoccupante?” Chiesto questo prese il telefono dalla mano dell’amica. Il tenero coniglietto e le varie chiavi oscillarono rapidamente per poi dondolare ancora qua e la, a destra e a sinistra. Lo schermo luminoso illuminava il volto della ragazza che ora stava leggendo l’ultima nota riportata tra quegli appunti. “……” Letto quello che c’era scritto capì il motivo del suo stato di shock e socchiuse gli occhi a metà non potendo credere che si trattasse di una cosa di quel genere.
Michiko: “Allora? Cosa dice?”
Usagi: “Tieni… Leggi pure…” Passò il telefono nelle mani dell’amica.
“Ho saputo che presto Azuki Haruka si trasferirà nelle tua scuola, potrai vedere tu stessa di cosa è capace quella ragazza… E… un’ultima cosa… L’anno scorso ti avevo prestato venti euro per comprarti quel cd che ti piaceva tanto… Visto che la prossima settimana abbiamo deciso di vederci per fare un giro insieme penso sia l’occasione buona per restituirmeli, non credi? Dai… Ci sentiamo!! Ciauuuu!!”
Michiko: ” …” scena muta, proprio come la compagna di scuola.
Nello stesso momento, mentre i frammenti di luce illuminavano i lunghi capelli di Azuki, proprio come svelare la verità illuminava il suo cuore deciso, la ragazza apri la lettera e lesse la richiesta che gli era stata indirizzata:
“Azuki Senpai,
Mi chiamo Yochici, sono uno studente della prima classe, terza sezione. Ho sentito parlare di te e ho deciso di scriverti questa lettera per chiedere il tuo aiuto.
Nella mia classe c’è uno studente, Takihoda Mizaito, il primo della classe, che riesce sempre a prendere il massimo dei voti. Afferma di essere un ragazzo prodigio e di prendere sempre il massimo dei voti senza applicarsi minimamente allo studio. Siamo nella stessa classe fin dalle elementari ed è sempre riuscito ad ottenere voti migliori dei miei. Per quanto mi sforzi non riesco mai a superarlo. Mi tormenta facendomi pressione e sfoggiando la sua superiorità in fatto di voti scolastici e preparazioni. Ma io sono sicuro che stia imbrogliando! Non fa altro che uscire con gli amici e passare il tempo con i videogiochi! Non so come faccia… Ma sono sicuro che ricorra a qualche sporco trucchetto per prendere il massimo dei voti imbrogliando!! Se è così non posso lasciare che la passi liscia…
Chiedo il tuo aiuto per svelare la verità. Conto su di te.
Grazie infinite, Senpai Azuki!!”
Terminato di leggere la lettera la ripose nella busta con attenzione. Osservò ancora una volta quella luna che avanzava, convinta di poter oscurare quel sole così luminoso per sempre. Si voltò e, mentre percorreva all’inverso il corridoio pronunciò la solita frase che ripeteva sempre in questi casi. la frase che segnava l’inizio della sua entrata in scena. La frase che cominciava a invertire la rotazione dell mondo di ognuno degli studenti, così che la vita di tutti cominciava a ruotare intorno alla sua. La frase Che dava inizio a tutto…
“Manca poco alla prossima eclissi… La luna che copre il sole dando vita a questo spettacolo incantevole… Non vedo l’ora di poterla osservare di nuovo… Anche se… La parte che preferisco… E’ quando è tutto finito e il sole torna a illuminare tutto…”
Mentre si allontanava avvolta dal buio che la circondava in quello stretto e solitario corridoio scolastico queste parole continuavano a risuonare nel sua mente.
Le tre ragazza uscirono con molta calma dall’aula da cui l’avevano osservata. Michiko finalmente poteva sgranchirsi le gambe dopo essere rimasta piegata sulle ginocchia per molto tempo.
Natsumi: “E’… E’ successo davvero… ” Esclamò incredula “Abbiamo davvero visto Azuki Haruka inazione… Non posso crederci…”
Usagi: “Michiko, sei riuscita a filmare tutto, vero??” Chiese impaziente. L’emozione di quel momento pulsava ancora fortissima nei cuori di quelle tre ragazze.
Michiko: “Ma certo!!” Affermò soddisfatta facendo segno di vittoria con le dita della mano destra e facendo uscire una lingua dispettosa dalla bocca che puntava in alto. Selezionarono il video con un click emozionate all’idea di poter rivivere quel momento così straordinario. Con grande dispiacere però, l’unica cosa che si vedeva nel video era la testa di Natsumi che si trovava davanti alla camera dello smartphone oscurando tutto…
Usagi e Natsumi: “Michikooooo!!” Urlarono le due ragazze all’amica.
Michiko: “E che pretendete… Mi avete fatto stare tutto il tempo in basso piegata sulle ginocchia e avevamo la testa una sopra l’altra…” Sentenziò lei.
era successo davvero. Era successo tutto sotto i loro occhi.
“Azuki Haruka. Ragazza modello, studentessa eccellente. Ha i voti migliori di tutto l’istituto, ha sempre ricoperto il ruolo di rappresentante di classe, e si è sempre distinta per il suo impeccabile comportamento. Si trasferisce spesso da un istituto all’altro ed essendo una studentessa di alto livello i vari istituti non hanno mai sentenziato contro questo suo modo di agire proprio per poter avere la possibilità di ospitare nella loro scuola un’alunna di così alto livello. Gira voce che il motivo per cui continui a trasferirsi da un istituto all’altro sia quello di sfatare i racconti esagerati di cui viene a conoscenza…”
Capitolo 1 – Fine